Conrad J.: Il negro del Narcissus (introduzione di Chinol E.)
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In questo notevolissimo romanzo (apparso per la prima volta in volume nel 1898) accanto a temi ormai familiari - la grande solitudine del mare, la solidarietà fra simili, il dovere da compiere con abnegazione per il buon andamento di quel microcosmo che è la nave - ne affiora prepotentemente un altro: il contrasto fra l’etica del mare e quella della terra, esemplificato nelle figure del fidato e altruista Singleton e del sovversivo ed egoista Donkin, il quale approfitta della situazione causata dalla malattia di Jimmy Wait, il negro, per seminare discordia e ribellione fra l’equipaggio. Nella vicenda emblematica di Jimmy è possibile leggere echi biblici e letterari: dal mito di Giona all’atmosfera di incantesimo malefico che attanaglia, come nella ballata coleridgiana, nave e marinai dal momento in cui il negro sale a bordo fino a quando, con un ultimo sberleffo, il suo cadavere avvolto nel lenzuolo funebre rifiuta di scivolare in mare.
JOSHEP CONRAD, pseudonimo di Teodor Jozef Konrad Korzeniowski (Berdiczew, Craina, 1857-Bishopsbourne, Kent, 1924), è uno dei maestri della narrativa inglese. Per vent’anni navigò attraverso quasi tutti i mari. L’attenzione critica suscitata dal suo primo romanzo, La follia di Almayer (1895), lo indusse a lasciare la marina per dedicarsi alla letteratura. Tema fondamentale della sua ispirazione è la solitudine dell’individuo in balia del caso, di cui il mare è spesso simbolo. Tra le sue opere, tutte pubblicate dalla nostra Casa editrice, ricordiamo: Un reietto delle isole (1896), Lord Jim (1900), Tifone (1903), Nostromo (1904) e Racconti di mare e di costa (1912).