Carioti A.: Gli orfani di Salo'
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Gli orfani di Salò
Il «Sessantotto nero» dei giovani neofascisti nel dopoguerra 1945-1951
Antonio Carioti
Pagine: 294
Codice: 13517
EAN: 9788842536666
Collana: Testimonianze fra cronaca e storia – 1945-1989: dalla vittoria alleata alla caduta del muro di Berlino
«Mussolini era morto, la nostra repubblica era finita nel sangue, ma noi eravamo ancora vivi. E avevamo vent'anni. Con la vita davanti per dimostrare a noi stessi e agli altri di che pasta fossimo fatti.»
Poco dopo la fine della guerra irrompe nelle scuole, nelle università e nelle piazze d'Italia una presenza rumorosa e inaspettata: migliaia di giovani che agitano i simboli e cantano gli inni del fascismo, guidando le più affollate manifestazioni studentesche dell'epoca, quelle per il ritorno di Trieste alla madrepatria. Molti sono reduci della RSI, altri non hanno fatto in tempo a parteciparvi, ma tutti vivono l'avventura di Salò come un mito eroico, l'ultimo sussulto di dignità della nazione.
Rifiutano l'Italia democratica, ma spesso contestano duramente anche i dirigenti del MSI per la loro linea moderata e compromissioria.
Non si limitano a lottare nelle piazze, ma studiano, discutono, pubblicano riviste, trovano maestri come il filosofo Julius Evola.
Sono i protagonisti di un «Sessantotto nero» che lascia il segno nella vicenda della destra italiana.
Questa è la loro storia.
L'autore
Antonio Carioti, nato a Reggio Emilia nel 1961, ha esordito come giornalista alla «Voce Repubblicana» e dal 2004 lavora alle pagine culturali del «Corriere della Sera». È stato caporedattore della rivista «Ventunesimo Secolo» e ha firmato diverse pubblicazioni, tra cui Cinquant'anni di nostalgia (1995), un libro intervista con Marco Tarchi sulla destra nell'Italia repubblicana. È autore del saggio Di Vittorio (2004) sulla figura del leader storico della CGIL, di una Breve storia del presidenzialismo in Italia (1997) e del pamphlet Maledetti azionisti (2001). Ha curato la riedizione di scritti di Eugenio Reale, Dante Corneli, Giovanni Amendola e Mario Vinciguerra.