Veca S.: Il giardino di Camilla

«La filosofia nasce con la meraviglia e non ha mai fine, e forma uno sterminato repertorio di domande e di risposte che a loro volta danno vita a una pluralità di modi di vedere.»

Un giardino, due protagonisti, e una montagna di domande filosofiche attraverso le quali il nonno, Salvatore Veca, e la nipotina, Camilla, cominciano insieme una serie di scorribande filosofiche con lo scopo di affrontare le grandi questioni esistenziali. Comincia così un percorso di accompagnamento alla scoperta della filosofia attraverso i meandri dei «perché». Ma l’arte dell’accompagnare presuppone, tra le altre cose, l’ascoltare, il domandare, l’insegnare, il giocare, il sorridere, il far sorridere, il far fiorire, in poche parole: lo stare insieme. L’obiettivo dell’Autore non è allora divulgare, e neanche somministrare nozioni, ma rivolgere un’offerta di comunicazione a chi si trova impegnato in quell’impresa difficile e preziosa di guidare i giovani nell’avventura di esplorazione del mondo e della costruzione del sé. Il filosofo, colui che accompagna, mette in moto anche una pratica di compagnia, cioè l’arte dello stare insieme nel tempo. Che non è poco ai nostri giorni in cui si annuncia, e spesso si manifesta, lo spettro della condanna alla solitudine.

Salvatore Veca insegna Filosofia politica all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. Presidente onorario della Fondazione Feltrinelli, è stato responsabile scientifico del suo Laboratorio Expo e curatore della Carta di Milano. È presidente della Fondazione Campus di Lucca, della Casa della Cultura di Milano e del Comitato Premi della Fondazione internazionale Eugenio Balzan (Milano-Zurigo). Fa parte della direzione della «Rivista di filosofia», di «Iride» e dell’«European Journal of Philosophy». Con Mursia ha pubblicato La gran città del genere umano. Dieci conversazioni filosofiche (2014).