Bottai Maria Grazia: Giuseppe Bottai, mio padre
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Giuseppe Bottai, uno dei più controversi protagonisti del Ventennio, viene raccontato dalla figlia secondogenita che, incrociando ricordi privati a ricerche d'archivio e documenti storici, traccia un ritratto inedito del padre e dell'ambiente in cui visse. Dagli anni del Futurismo all'esperienza della rivista "Critica fascista", passando attraverso il ministero delle Corporazioni e quello dell'Educazione Nazionale, le guerre, la notte del Gran Consiglio e poi l'arresto, la fuga e l'arruolamento nella Legione Straniera, il processo e infine il ritorno in patria, la figlia di Bottai ripercorre la vita del padre restituendone un ritratto privato a tutto tondo e approfondendone via via il ruolo svolto per convincere Mussolini a superare la dittatura e a rompere l'alleanza con Hitler. Sullo sfondo una galleria di personaggi storici che frequentavano casa Bottai, da Filippo Tommaso Marinetti a Curzio Malaparte, da Luigi Federzoni a Margherita Sarfatti, colti in momenti non ufficiali.
Maria Grazia Bottai, secondogenita di Giuseppe Bottai, è nata a Roma nel 1926. Giornalista professionista, negli anni Cinquanta e Sessanta è stata redattrice della rivista «Epoca» e ha collaborato con «Il Tempo» di Renato Angiolillo. Traduttrice per Rizzoli di Balzac e collaboratrice di riviste letterarie come «Il Caffè» di Giambattista Vicari e «Galleria» di Salvatore Sciascia, dal 1975 al 1985 è stata direttrice del settore Proprietà Letteraria dell’agenzia giornalistica ASCA di Roma. Nel 1998 ha pubblicato il romanzo L’Albero di Miela.
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