TALENTO, DETERMINAZIONE, E GIOIA DI VIVERE IN “LEONARDO DAVID” DI RICCARDO CROVETTI.
IN LIBRERIA LA LEGGENDA DEL RAGAZZINO CAMPIONE
«Il ragazzino al cancelletto di partenza non tradisce emozioni, è forte mentalmente e con la sua freddezza sa come gestire la tensione prima di una gara. Il suo sguardo è concentrato sulla pista che affronterà senza paura sfidando avversari forti e decisi. Ha la mentalità del vincente e pensa che piuttosto che classificarsi tra i battuti preferirebbe uscire, quindi non fa calcoli e parte all’attacco affrontando i lunghi paletti con grinta e determinazione. Già all’intermedio fa segnare il tempo migliore e il numeroso pubblico al parterre lo sottolinea applaudendolo ma ciò che incanta lo spettatore è la naturalezza della sua sciata fatta di gesti ritmati con un’indipendenza di gambe eccezionale e un parallelismo perfetto in traccia larga davvero molto singolare per l’epoca». Si apre così “Leonardo David - La leggenda del ragazzino campione” (Mursia, pagg. 238 Euro 16,00, con inserto fotografico), il nuovo libro di Riccardo Crovetti che dopo aver raccontato in “Sulle tracce dell’angelo bianco” la storia di Paolo e Zeno Colò e del primo reparto agonistico del Centro Sportivo Esercito, questa volta narra l’affascinante storia del valdostano Leo David sicura promessa dello sci alpino che giovanissimo, sin dai suoi esordi nel Circo bianco, ottiene risultati tali da poter essere considerato da tutti il nuovo Thoeni.
Tutto nasce nel 2016, quando l’autore lancia l’idea al padre di Leo, Davide David (recentemente scomparso) che risponde subito entusiasta fornendo tantissimo materiale riguardante il figlio.
Con uno stile coinvolgente che trasuda la sua passione ed emoziona come un romanzo, Crovetti ripercorre la vita di Leo dai primi passi sugli sci nel suo paese natale di Gressoney, ispirato e guidato dal padre Davide ex campione di sci, passando per gli esordi nelle gare regionali tra le file dello Sci Club Gressoney Monte Rosa e del Comitato valdostano fino al suo ingresso precoce nelle file azzurre.
Nella narrazione, in cui si “respirano” le emozioni e le atmosfere dell’epoca, vengono evidenziati i rapporti del giovane valdostano con i suoi allenatori, che si susseguono nella “scalata” all’Olimpo dello sci in cui risulterà importante il sodalizio con Chicco Cotelli, suo vero mentore.
Una ricerca profonda e certosina, ma mai invasiva, con cui Riccardo Crovetti disegna anche i rapporti che Leo ha con i suoi amici e compagni di squadra, fra cui Wanda Bieler, Ninna Quario, Walter Stevenin e Piera Macchi. Gustav Thoeni, Piero Gros e Peter Mally in seguito. Tutti nomi che hanno rappresentato la storia dello sci dell’epoca e che ancora oggi vengono considerati punti di riferimento.
Nel racconto ci accompagnano emozionandoci le aspirazioni e i pensieri espressi da Leo che ne esaltano la figura di campione leader con grandi potenzialità in tutte le discipline alpine. La nazionale si accorge presto delle sue qualità e lo inserisce nelle squadre giovanili dove spicca sia per l’impegno che per i risultati. Qualità che emergono anche nei ricordi di amici e parenti, di allenatori e compagni di squadra.
L’esordio in Coppa del Mondo, il trionfo in Coppa Europa, l’approdo nella squadra nazionale maggiore dove con tanti grandi piazzamenti ottiene risultati sorprendenti fino al punto più alto, rappresentato dall’iconico slalom di Oslo, in cui batte i grandi campioni dell’epoca: Ingemar Stenmark e Phil Mahre.
I responsabili azzurri sono certi di avere trovato in Leonardo David il nuovo campione in grado di riportare la squadra ai successi di un tempo. La trasferta preolimpica americana che l’avrebbe visto l’anno seguente come uno dei probabili protagonisti dei giochi invernali sembra l’inizio di un bel sogno tutto da scrivere. Invece la tragica caduta sul traguardo della discesa di Lake Placid lo porta verso un crudele destino che per i suoi familiari sarà l’inizio di un lungo e tremendo calvario che l’autore tratta con delicatezza e pudore.
Un triste epilogo che non toglie nulla alle tante virtù di questo sfortunato campione e alla sua storia, che Riccardo Crovetti racconta, come suo solito, in modo avvincente e coinvolgente, facendo scoprire al lettore un personaggio straordinario.
Accompagnerà il racconto una bellissima selezione fotografica, rigorosamente in bianco e nero e per lo più inedita, a cui hanno partecipato con entusiasmo amici, compagni e allenatori ma che in buona parte proviene dall’archivio della famiglia David, che in tutti questi anni ha custodito con amore anche una vastissima raccolta di articoli dedicati al figlio su cui l’autore ha potuto lavorare.
Ad aprire il libro non potevano mancare le prefazioni di Ninna Quario e Massimo Di Marco, mentre l’epilogo è curato da Carlo Gobbo, tutti personaggi “di peso” nel mondo dello sci, a testimonianza di quanto questo lavoro sia importante ed apprezzato.
Riccardo Crovetti (Pavullo, 1965), appassionato di storia e di sci alpino, vive e lavora a Pievepelago (Modena). Con Sulle tracce dell’Angelo Bianco (Mursia, 2015) ha vinto nel 2016 il premio letterario nazionale «Alpini Sempre» nella categoria Storico-Saggistica.
Limone, 29 febbraio 1976, slalom dei Campionati italiani Assoluti. Questa immagine in cui Leo affronta il palo a tutto spigolo mette in risalto più di altre il suo stile unico e innovativo per l’epoca. (Collezione Tullio Gabrielli)
Oslo, 7 febbraio 1979, premiazione dello slalom. Leo: “No, non è possibile, ho vinto io, non ci credo ancora. Proprio io, ho battuto Stenmark e Phil Mahre, i due più grandi slalomisti del mondo. Ma vi rendete conto che ho battuto Stenmark?!?! Ohi ohi ohi, che roba!” (Collezione rivista Sciare).
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